Architetto Tullio Pojero


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Giardino Greco e Romano

Pubblicazioni > Il giardino nel tempo > I Giardini nel'antichità

Presso i greci fin dai tempi omerici (VIII sec. a.C.) il giardino è appendice del tempio e dimora degli dei; infatti, accanto ai templi appare anche il bosco come luogo sacro e l’immancabile podere del Dio con fiori per il culto e piante da frutta per il sostentamento dei sacerdoti. In greco il termine giardino è definito dalla parola "kopos" che indica il recinto di protezione di un’area coltivata e non un luogo di piacere per la vista e l’olfatto.
Il giardino di questo periodo può essere solamente ricostruito nelle sue linee essenziali attraverso i ritrovamenti archeologici. Il giardino privato, che troviamo nelle pitture, era uno spazio pianeggiante, con impianto quasi perfettamente geometrico, cintato da un muro che offre riparo dai venti del deserto. Nel giardino è presente una vasca d’acqua e una zona destinata all’allevamento di animali. Troviamo anche filari di palme e alberi da frutto, fiori e papiri e pergolati di uva domestica come zone d’ombra vicino alla casa.
I giardini greci come i parchi avevano una geometria ben definita e ogni area era destinata ad eventi che elogiavano grandi battaglie,ricordavano i luoghi dell'ade. Importante ricordare che le olimpiadi di atletica venivano praticate all'aperto in grandi aree a verde, mentre alcune disipline si praticavano in aree recintate “ recinti sacri” solitamente ombreggiati da alberi.


Il giardino romano


I giardini romani (dal latino: horti ) erano ispirati ai giardini greci ed erano solitamente situati nel peristilio all'interno delle ville romane. L'orticoltura ornamentale è stata fortemente incrementata grazie all'arricchimento della cultura romana. Il giardino era un posto di pace e di tranquillità, un rifugio dalla vita cittadina, un luogo pieno di significati religiosi e simbolici. Mentre la cultura romana si sviluppava ed era sempre più influenzata dalle culture straniere con il commercio, l'uso dei giardini si diffuse e infine prosperò nella Roma antica.
I giardini romani sono stati influenzati da tecniche di giardinaggio egiziane, persiane e greche. I giardini convenzionali sono esistiti in Egitto fin dal 2800 a.C .

Le tecniche di giardinaggio si svilupparono completamente ed abbellirono le case dei benestanti. Vennero realizzati dei portici per collegare la casa con l'aria aperta che diedero luogo a spazi esterni abitabili. I giardini persiani sono stati sviluppati secondo i bisogni dell'arida terra araba. I giardini sono stati racchiusi per proteggerli dalla siccità, erano ricchi e fertili contrariamente al terreno persiano asciutto ed arido. I giardini di piacere sono derivati dai giardini delle fattorie greche, che avevano lo scopo funzionale di coltivare la frutta.

I giardini privati romani erano generalmente suddivisi in tre parti. Il primo, lo xystus, era una terrazza utilizzata come salotto, collegata alla casa tramite un portico coperto. Lo xystus dominava il giardino inferiore, o ambulation. L'ambulation era un giardino ornato da vari fiori, alberi e da altro fogliame, un ambiente ideale utilizzato per una passeggiata dopo i pasti, piacevoli conversazioni ed altre attività ricreative. Il gestation era un viale ombreggiato in cui il padrone di casa avrebbe potuto montare a cavallo o essere trasportato dai suoi schiavi. Generalmente circondava l' ambulation o era costruito come spazio ovale separato (fig7/8).


I giardini non erano riservati solo ai ricchi.

Attraverso la riscoperta degli scavi di Pompei è possibile notare che i giardini adiacenti alle residenze furono ridotti a causa dei vincoli abitativi della casa media romana. Le versioni modificate dei progetti dei giardini romani furono adottate negli insediamenti romani in Africa, Gallia e Britannia. Mentre le case di città sono state sostituite da costruzioni alte costituite da appartamenti, questi giardini urbani sono stati sostituiti da giardini sul tetto (fig 9).

I modelli dei giardini romani furono successivamente adottati nel Rinascimento, Barocco e nel Classicismo e perfino da architetti paesaggisti del ventesimo secolo.
Al pari degli edifici, dei viali, delle sistemazioni del verde ornamentale, anche i giochi d’acqua erano mezzi privilegiati con cui i romani componevano i loro giardini, ad esprimere il gusto allo stesso tempo mistico e sensuale dei popoli mediterranei per la presenza dell’elemento liquido nelle loro composizioni vegetali. Nelle sistemazioni delle piante ornamentali predominavano le forme vegetali stabili, gli arbusti a foglia perenni, le piante di lauro e di bosso, le aiuole di mirto, l’acanto, la pervinca e il capelvenere.
Gli alberi erano i platani, i cipressi, i pini, i lecci ed alti tipi di querce: alberi stabili come apparato fogliare e solenni come immagine.

Nel giardino romano i fiori non predominavano.
L’immagine che si cercava di perseguire nel giardino era quella di una composizione di sempreverdi dove, di tanto in tanto, potevano emergere macchie di colore.


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